La nostra tenuta

La nostra tenuta si trova nelle campagne della provincia romana, a Zagarolo, un antico borgo a 35 km dalla capitale. I nostri vigneti si trovano alle pendici di quello che 600.000 anni fa era il Grande Vulcano Laziale. Siamo a metà strada tra i Castelli Romani (cratere del Vulcano) e i Monti Prenestini. L’ultima eruzione del vulcano, avvenuta 20.000 anni fa, ha prodotto una colata piroclastica che è arrivata fin dove oggi sorge il nostro casale e affondano le radici le nostre vigne.
Le nostre 6 generazioni e Claudio Loreti

Nel lontano 1881 i miei avi hanno costruito il casale e scavata la grotta. Abbiamo ancora, a testimoniare le nostre radici, una vite di uva Pizzutello che risale a quel tempo. Mio nonno è morto nel 1994 quando avevo sei anni. Di lui mi sono rimasti solo racconti narrati da mio padre. Lui e mia nonna facevano vino per campare e soddisfavano il mercato romano, che richiedeva vino leggero e poco alcolico. I carrettieri partivano dalla campagna, con il cavallo, e si recavano in città a vendere il vino nelle piazze o nelle osterie. Per conservare il vino si usavano le tanto note botti di castagno, tipiche della nostra zona, che portavano direttamente in grotta per preservare il vino dal caldo estivo. Mio padre e mia madre, quando hanno preso le redini della tenuta, hanno deciso di invertire rotta e iniziare a produrre vini di qualità, sacrificando la quantità. Dai 300/ql di uva per ettaro dell’epoca sono passati a massimo 75 ql di uva per ettaro. Per alcuni vini , oggi, produciamo ancor meno.
Lo Spumante metodo classico e la Grotta di Tufo

Mio padre è stato tra i precursori dello Spumante metodo classico nel Lazio. Nel 1981, proprio in controtendenza all’epoca, che vedeva una massiva produzione di Romanelle, sfidando per gioco suo padre, decide di intraprendere questa strada, inizialmente senza conoscerne le difficoltà. Dopo anni di ricerca e studio arriva al suo primo lotto di 120 bottiglie di Spumante metodo classico, nel 1983: 36 mesi di sosta sui lieviti nella grotta di tufo alla temperatura di 12/14°, remuage manuale su pupitre per circa un mese e sboccatura à la volée.
La nostra grotta, è stata scavata dai nostri avi nel tufo a fine ‘800, e grazie alla sua temperatura naturale e costante di 12/14°, la rifermentazione in bottiglia avviene lentamente. Questo favorisce un perlage elegante, persistente e cremoso.
Terreno, Vigneti e Fermentazioni

Il nostro terreno ha origine vulcanica, ha un colore marrone intenso e favorisce la coltivazione di uve a bacca bianca (storicamente prodotte, ma anche di uve a bacca rossa ( meno usuali per la zona). La terra nera conferisce al vino grande acidità e ph perfetti per la spumantizzazione. Altresì favorisce una maturazione polifenolica eccellente, necessaria per i rossi e i macerati.
In vigna lavoriamo in regime biologico dal 2017 e negli ultimi tempi ci stiamo avvicinando alla biodinamica, dando al terreno il preparato 500 ( una miriade di batteri buoni presenti in letame di altissima qualità, che favoriscono l’aumento di sostanza organica).
Raccogliamo le nostre uve a mano dopo un’attenta selezione e seguiamo tutti i giorni i nostri mosti che fermentano spontaneamente grazie ai lieviti indigeni presenti sull’uva, senza essere coadiuvati dal lievito selezionato. Negli ultimi anni abbiamo riscontrato che far lavorare i lieviti indigeni valorizza i nostri vini ed è la ricetta più autentica per dare carattere e unicità ai nostri vini. La fermentazione dei mosti dipenderà così dal lavoro svolto in vigna, dalle uve sane e belle che portiamo in cantina durante la vendemmia e dall’andamento della stagione. Il vino sarà dunque una sintesi del lavoro di un anno intero e interveniamo il meno possibile.
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